lunedì 27 febbraio 2012

The Golden Temple

In lavorazione il primo lungometraggio di Enrico Masi. Un documentario prodotto da CAUCASO Factory, in collaborazione con Aplysia. Aperta la campagna di sottoscrizioni sul sito Produzioni dal Basso. 
Qui il link http://www.produzionidalbasso.com/pdb_897.html per prenotare una copia del film.
Spargete la voce!

http://www.produzionidalbasso.com/pdb_897.html

1908 – 1948 – 2012. Londra sarà la prima città ad ospitare le Olimpiadi per la terza volta. Il mega-appalto da milioni di sterline e' stato vinto promettendo un'Olimpiade partecipativa, verde, sobria, inserita in un più ampio progetto di rigenerazione urbana. 
Nell'est di Londra, in una delle aree più dismesse e trascurate di tutta la città, fervono i preparativi. Una recinzione elettrificata protegge un imponente cantiere di 2,5 Km2. 
Al suo interno lo stadio, il tempio dell’intrattenimento e del gioco, costruito sopra le scorie radioattive di un reattore nucleare.
Un secondo tempio, dedicato al consumismo, e' quasi pronto. E' il centro commerciale più grande d'Europa, targato Westfield. Il 65% dei visitatori (tutti quelli provenienti da Stratford Station) lo dovrà attraversare per poter raggiungere il parco olimpico.
Il terzo tempio doveva essere la moschea più grande d'Europa, ma il piano di costruzione e' stato abbandonato. Nell'area sono pero' attive numerose comunità religiose, spesso di stampo cristiano pentecostale. Occupano lo stesso spazio simbolico di quella moschea che non c’è.
Intorno a questi templi d'oggi incontriamo vari personaggi che ci guidano nella scoperta di questa “rigenerazione”. Tra di essi: Mike, fotoreporter che vive in una barca nei canali industriali di Londra; Jhon, imprenditore del capitalismo “puro”; Sue, guida olimpica orgogliosa del progetto di riqualifica; l’apostolo Ben, Generale di Dio, evangelizzatore ghanese in tenuta militare.
Seguendo le loro storie ci muoviamo attraverso un luogo simbolico e reale al tempo stesso. La trasandatezza ex-industriale ed il carattere di retro–magazzino che da sempre contraddistinguono l'East London cozzano contro un processo di riqualificazione e spinta avanguardista, tra residenti sfrattati, canali pittoreschi, frenetici lavori in corso e chioschi locali costretti a chiudere per essere rimpiazzati dai punti vendita delle grandi catene commerciali.
Uno scenario caleidoscopico, dipinto con le cupe tinte londinesi. Il cantiere delle Olimpiadi fa da sfondo ad una dura metafora postmoderna, un fosco ritratto della società dei consumi, in bilico tra crisi e “rinnovamento”.
Per maggiori informazioni: http://www.produzionidalbasso.com/pdb_897.html